Come l’AI influenza la performance dei tuoi post su LinkedIn

Hai mai pensato a quanto l'intelligenza artificiale (AI) possa influenzare le metriche dei tuoi post social? Se fino ad ora la gestione social era rilegata ad una strategia ben definita e una lista di contenuti di qualità, adesso comunicare attraverso i social passa inevitabilmente per l’AI, che alimenta l’algoritmo. 
illustrazione con figura di donna davanti a un muro di social network,tra cui Linkedin. Colore blu, celesti e bianchi.

In questo articolo scoprirai…

  • gli insights di LinkedIn 2024,
  • le tecniche per non farti penalizzare dall’AI,
  • come aumentare i risultati dei tuoi KPI.

Hai mai pensato a quanto l’intelligenza artificiale (AI) possa influenzare le metriche dei tuoi post social? Se fino ad ora la gestione social era rilegata ad una strategia ben definita e una lista di contenuti di qualità, adesso comunicare attraverso i social passa inevitabilmente per l’AI, che alimenta l’algoritmo. 

 Sì, l’AI sta dietro le quinte, ma ha un impatto diretto su come i tuoi contenuti performano. Se i tuoi KPI stanno scendendo, è ora di guardare al ruolo dell’AI e capire se sta davvero manipolando le tue metriche.

L’algoritmo di LinkedIn è alimentato da intelligenza artificiale, in particolare tramite machine learning. In pratica, questo sistema di AI analizza continuamente le interazioni degli utenti con i contenuti, adattando così la distribuzione dei post nel feed. Algoritmo e AI non sono la stessa cosa, ma la prima si rifà ad un sistema basato sulla seconda. 

Cominciamo da LinkedIn: il gigante poco sfruttato

Spesso sottovalutata, questa piattaforma ha un algoritmo che si comporta in modo diverso dagli altri social. Mentre Instagram e Facebook puntano molto sull’immediatezza, LinkedIn premia contenuti che generano valore a lungo termine, soprattutto quelli interattivi e originali. Tuttavia, proprio l’AI che ne gestisce il flusso di visibilità potrebbe essere la chiave dei tuoi successi… o dei tuoi insuccessi.

L’algoritmo di LinkedIn, alimentato dall’AI, favorisce determinati tipi di contenuto, come i post con immagini o documenti, ma soprattutto interazioni autentiche. 

Secondo LinkedIn Algorithm Insights 2024, il 40% della visibilità dei post è determinato dall’interazione nei primi 90 minuti dalla pubblicazione. Se i tuoi KPI sono in calo, potrebbe non essere del tutto colpa tua: l’AI riconosce e penalizza tecniche di manipolazione come il taggare persone a caso o l’utilizzo esagerato di hashtag, elementi che possono ridurre del 25-30% la portata organica.

Per comprendere meglio le dinamiche di LinkedIn, può esserti utile sapere che, il suo algoritmo, noto come “Algorithmic Feed Ranking”,  è progettato per favorire le interazioni genuine e i contenuti di valore. Lo fa attraverso una serie di segnali che monitorano l’interesse e – attenzione- l’autenticità del contenuto. Lo abbiamo visto anche nelle adv, quando abbiamo generato il +400% di conversioni con l’opzione Advantage+ di Meta

Engagement e reach: tecniche di manipolazione da evitare

Molti provano ad aggirare l’algoritmo con strategie obsolete che oggi l’AI intercetta e punisce. Ecco alcuni esempi:

  • Tagging di massa: anche se sembra una buona idea coinvolgere tante persone, LinkedIn preferisce menzioni mirate e pertinenti. Un uso massiccio e non mirato dei tag può ridurre fino al 50% la copertura di un post, perché l’AI lo percepisce come contenuto forzato.
  • Uso eccessivo di hashtag: l’utilizzo di troppi hashtag non ti porterà lontano. Secondo gli insights, l’uso ottimale è tra 3 e 5 hashtag. Superare questo limite può penalizzare la portata organica del post, con un calo del 20-25% dell’engagement.
  • Contenuti ripetitivi: se pubblichi contenuti troppo simili a quelli precedenti, l’AI lo noterà e tenderà a mostrarli meno, riducendo l’esposizione. Secondo i dati del 2024, la ripetizione di contenuti o formati simili può ridurre il reach di fino al 15%.

L’influenza dell’AI sull’algoritmo: perché i tuoi post non performano

Adesso, per capire appieno come l’AI influenza i KPI sui nostri post, è utile sapere che LinkedIn utilizza modelli di apprendimento automatico avanzato per classificare e distribuire i contenuti. Questi modelli considerano non solo il contenuto stesso, ma anche il contesto, l’orario e la frequenza di pubblicazione.

L’AI di LinkedIn è progettata per analizzare come gli utenti interagiscono con i contenuti, premiando i post che rispondono meglio alle esigenze e ai gusti del pubblico. Tuttavia, se i tuoi contenuti non si adattano alle preferenze che l’AI sta apprendendo in tempo reale, vedrai scendere metriche come il CTR (Click-Through Rate) o il CR (Conversion Rate).

Ad esempio, i post che ricevono commenti di qualità nei primi 60 minuti possono vedere un aumento del reach organico fino al 50% rispetto a quelli che non ricevono interazioni immediate. D’altra parte, l’uso di tecniche manipolative come commenti automatici o l’abuso di automazioni riduce il CTR del 15-20% in media.

L’AI misura anche il timing e la pertinenza. Pubblicare fuori dagli orari ottimali può ridurre il tasso di interazione del 30-35%, mentre contenuti non pertinenti per il tuo network possono portare a una diminuzione del 40% nel tasso di engagement.

Come aggirare l’AI per aumentare i risultati sui social 

La chiave non è combattere l’AI, ma capirla. L’algoritmo non penalizza solo le tecniche manipolative, ma premia chi riesce a sfruttarne il potenziale con strategie autentiche e ben strutturate.

Abbiamo realizzato una check list che tutti gli addetti ai lavori dovrebbero controllare sempre: 

Orario di pubblicazioneOgni piattaforma ha i suoi orari d’oro, e LinkedIn non fa eccezione. I dati del 2024 mostrano che i post pubblicati tra le 9:00 e le 11:00 del mattino vedono un aumento del tasso di interazione del 35% rispetto ai post pubblicati in orari meno frequentati. Questo perché l’algoritmo di LinkedIn ottimizza la visibilità dei contenuti in base al livello di attività della piattaforma.
Analisi del contenutoEvita di postare contenuti generici o ripetitivi. I post con contenuti autentici e rilevanti per il tuo pubblico hanno il 50% di probabilità in più di ottenere una maggiore visibilità organica. Questo perché l’AI riconosce e premia l’originalità, mentre i contenuti copiati o ripetuti da altre fonti rischiano di essere penalizzati con una riduzione del reach fino al 15%.
Interazioni autenticheI post che includono domande aperte e stimolano discussioni autentiche vedono un incremento dell’engagement del 20%-25% rispetto a quelli che non lo fanno.
Controllo automazioniAnche se l’automazione può sembrare una scorciatoia, l’AI di LinkedIn è progettata per riconoscere comportamenti automatici. Automazioni forzate, come commenti e like automatici o bot, riducono il CTR del 15-20% e abbassano il valore percepito dei tuoi contenuti agli occhi dell’algoritmo. LinkedIn preferisce interazioni organiche, perché riflettono un maggiore valore per gli utenti.
Formato I post con immagini originali ricevono un boost di visibilità del 25-30%. In particolare, i documenti PDF ben strutturati che includono presentazioni o case study ottengono un aumento del tasso di engagement del 40%. Questo perché il formato PDF viene percepito dall’algoritmo come un contenuto educativo e informativo, destinato a stimolare un maggiore interesse da parte del pubblico professionale di LinkedIn.
Versione mobile Oltre il 60% degli utenti LinkedIn accede alla piattaforma da dispositivi mobili, e l’AI favorisce i contenuti ottimizzati per questi dispositivi. Video verticali, post brevi e facili da leggere sullo schermo di uno smartphone hanno un tasso di interazione fino al 30% superiore rispetto ai contenuti non ottimizzati.
Programmazione e strategia La tua attività sulla piattaforma non deve essere limitata alla pubblicazione sporadica. Secondo i dati di engagement, gli utenti che interagiscono regolarmente con i post altrui vedono una crescita del 40% nelle proprie metriche di visibilità e di interazione. L’algoritmo di LinkedIn premia le relazioni costanti e autentiche: più sei attivo nel network, maggiore sarà la probabilità che i tuoi contenuti ricevano visibilità.

Sfrutta queste opportunità e realizza report specifici che possano aiutarti ad ottimizzare la tua strategia di comunicazione e ad individuare al meglio come aggirare l’AI di LinkedIn. 

Per oggi è tutto, ma teniamoci in contatto

L’AI non è il nemico, ma un alleato che, se compreso, può trasformare i tuoi KPI da mediocri a vincenti. Basta evitare scorciatoie e lavorare su strategie che abbiano un impatto reale e misurabile.

Se hai bisogno del nostro supporto o vuoi capire come migliorare la tua strategia in modo personalizzato, puoi compilare il form di contatto del nostro sito e dare il via ad una piacevole chiacchierata. 

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