CMS killer: 7 segnali che è ora di cambiare (prima che ti scoppi tutto in faccia)

A volte la tua piattaforma ha bisogno di un incoraggiamento, altre volte attende solo che un replatforming lo mandi generosamente in pensione.
uomo al pc arrabbiato

Hai l’impressione che il tuo ecommerce ti stia facendo perdere soldi? Lo vedi lento, incapace di tracciare gli utenti, pieno di allarmi su aggiornamenti mancanti e minacce alla tua sicurezza? Ecco, se sei arrivato a questo punto, hai due strade: 

  1. Chiedere al tuo team di sviluppatori di recuperare la situazione: aggiornare quello che va aggiornato evitando conflitti tra plugin e reazioni a catena dagli esiti imprevedibili.
  2. Prendere atto che tutta l’infrastruttura è datata e che fixare tutti gli errori costa più che fare tutto daccapo. In questo caso il replatforming – cioè il trasferimento di tutti i contenuti da un CMS a un altro – è la soluzione migliore. 

Come capire quale delle due strade percorrere? In questo articolo parliamo di 7 segnali del tuo ecommerce da osservare, per capire se recuperare il tuo CMS o rivoluzionare tutto.

1. Performance da tartaruga (e i clienti scappano)

Il tuo sito impiega un’eternità a caricarsi, soprattutto su smartphone. Le immagini sono pesanti, il codice è farraginoso e i clienti si spazientiscono prima ancora di vedere i tuoi prodotti. Fai un test con Google PageSpeed Insights e il risultato è un disastroso rosso? Ecco, questo è un segnale.

È un problema e lo sai bene: un sito lento significa meno vendite. Punto. Google penalizza i siti lenti, quindi perdi traffico organico in ingresso, e – quando anche gli utenti arrivano al tuo sito – ad ogni click devono aspettare. Al carrello non ci arrivano nemmeno… Un sito lento è un danno economico e di immagine.

Con i tuoi developer puoi provare a ottimizzare le immagini (riducendo le dimensioni e usando formati moderni come WebP), attivare la cache, considerare un CDN (Content Delivery Network) e/o ottimizzare il codice. 

Ma se non dovesse bastare… Un CMS moderno, progettato per la velocità, con codice pulito e ottimizzato, è la soluzione migliore a lungo termine. Migrare su un nuovo CMS ti permetterà di sfruttare le ultime tecnologie per avere un sito performante e competitivo. Cambiare sistema può sembrare un investimento importante, ma il ritorno in termini di aumento delle vendite ripagherà ampiamente lo sforzo.

2. Aggiornamenti? No, grazie (e la sicurezza piange)

Il tuo CMS non riceve aggiornamenti di sicurezza da mesi, o peggio, ogni volta che provi ad aggiornare qualcosa, il sito va in crash o i plugin vanno in conflitto. A quel punto riporti la situazione al momento precedente, con il sito che funziona, ma che resta sprovvisto di aggiornamenti. 

È un problema perché un sito non aggiornato è una porta aperta per hacker e malware. Rischio di furto di dati, perdita di informazioni sensibili, danni alla reputazione e, in alcuni casi, sanzioni legali.

Con i tuoi developer dovresti fare un backup completo del sito e agire per piccoli passi, facendo aggiornamenti mirati. Nel caso puoi contattare l’assistenza del tuo CMS, di software house e del servizio di hosting per capire se ci sono aggiornamenti critici e come farli senza rompere tutto.

Ma se non dovesse bastare… meglio un replatforming e riprogettare tutto dall’inizio, conservando i vecchi contenuti. Un CMS moderno e ben supportato riceve aggiornamenti di sicurezza regolari e automatici, proteggendo il tuo sito dalle minacce informatiche. La sicurezza è una priorità, non un optional.

3. Mobile? Questo sconosciuto (e vendi come nel 1995)

Si parla di “mobile first” da un decennio, ma quanti siti sono stati progettati partendo proprio dalla navigazione mobile? CMS che in passato erano molto utilizzati, ma che con il tempo hanno perso mercato e sono diventati di nicchia, spesso sono ancora tarati su una navigazione prevalentemente desktop. Questo produce menu illeggibili, pulsanti troppo piccoli, immagini che si sovrappongono e, ovviamente, processo di acquisto da incubo.

È un problema perché la maggior parte degli utenti naviga e acquista da mobile. Un sito non ottimizzato per dispositivi mobili significa perdere più della metà dei tuoi potenziali clienti.

Con i tuoi developer potresti provare a cambiare tema, agire sul codice o capire se un composer può facilitarti il lavoro, mantenendo elevate le prestazioni del sito (se lo sono… altrimenti torna al punto 1). 

Ma se non dovesse bastare perché il vecchio CMS non è compatibile con i composer, il codice è fortemente compromesso e fixare eventuali bug dovesse diventare dispendioso… allora potrebbe convenire sviluppare un nuovo sito, facendo un replatforming e conservando i contenuti prodotti fino a quel momento.

4. Integrazioni impossibili (il tuo ecommerce è un’isola)

Vuoi collegare il tuo ecommerce con un nuovo strumento di email marketing, un CRM o un sistema di gestione delle spedizioni? Peccato che il tuo CMS ti dica “picche” e che modificare una virgola richieda cifre folli…

È un problema perché l’online si muove veloce e devi essere flessibile. Devi poter modificare il tuo sito e poterlo mettere in collegamento con altri software. Come fai a ottimizzare il tuo ROI se non puoi usare le piattaforme di automation che ti permettono di ridurre i costi di conversione e di aumentare il carrello?

Con i tuoi developer potresti provare a sopperire con una ricerca approfondita di plugin ed estensioni, oppure scrivere righe e righe di codice sfruttando le API di terze fonti…

Ma se non dovesse bastare, o dovessi accorgerti che il problema si ripresenta con eccessiva frequenza, allora è meglio selezionare un nuovo CMS e procedere a un replatforming: spesa minore e maggiore flessibilità per il futuro.

5. Scalabilità inesistente (e ciao crescita)

Il punto precedente ci porta proprio qui, ossia all’impossibilità di trovare soluzioni scalabili per il tuo ecommerce. Come fai a moltiplicare le vendite, se ogni modifica del tuo sito richiede troppo tempo e troppi soldi? Trovare la soluzione tecnica migliore richiede agilità, test frequenti, condotti scientificamente. Se il backend del tuo sito è un incubo e ogni nuova funzionalità richiede la presenza di un comitato tecnico-scientifico ad hoc, allora ciao crescita.

È un problema, ovviamente, perché un CMS non scalabile è un collo di bottiglia per la crescita del tuo business. Ti impedisce di gestire in modo efficiente il tuo e-commerce, di innovare e di adattarti ai cambiamenti del mercato.

Con i tuoi strategist e developer potresti cercare un CMS alternativo. Qui non ci sono soluzioni di breve durata e l’unica cosa da fare è migrare tutto su una piattaforma che ti permetta di tenere aperta la porta del tuo business a una crescita vertiginosa del tuo fatturato.

6. Personalizzazioni grafiche impossibili (come i percorsi di acquisto dei tuoi clienti)

Hai bisogno di intervenire su alcuni elementi grafici per agevolare il percorso di acquisto e aumentare le vendite. Peccato che il tuo CMS non permetta niente (esattamente come per le integrazioni).

È un problema perché un sito graficamente obsoleto e poco accattivante offre una cattiva user experience. Ricorda che la prima impressione è quella che conta.

Con il tuo UX designer potresti individuare un template un poco più performante. Giusto per avere un’idea di quanto potrebbe fatturare di più il tuo shop se avessi un CMS all’altezza.

Ma se non dovesse bastare, allora scegli un CMS che ti permetta di tenere il passo coi tempi, anche e soprattutto dal punto di vista delle personalizzazioni grafiche. Poter intervenire spesso su CTA, micro-copy e formati grafici è fondamentale per vendere di più e aumentare il valore del tuo carrello medio.

7. Assistenza clienti inesistente (e recensioni impietose)

Quando hai un problema tecnico o hai bisogno di aiuto, l’assistenza clienti del tuo CMS è irreperibile, lenta o completamente inutile. Ti ritrovi solo, con il tuo sito che non funziona e nessuno a cui chiedere aiuto.

È un problema (ed è anche un po’ triste), perché la comunicazione tra software house che ha prodotto il CMS e suoi utenti deve essere fitta e aperta. I bug ci sono sempre ed è proprio il dialogo con la user base che permette a chi ha prodotto la piattaforma di correggere gli errori e far filare tutto liscio.

Con i tuoi developer puoi provare a interpellare la community di utenti nei forum specializzati. Attenzione, però: il tuo sviluppatore potrebbe uscirne davvero molto, molto provato.

Ma se non dovesse bastare, devi solo cambiare fornitore il prima possibile e migrare su un altro CMS.

Alcuni tra i problemi che ti abbiamo descritto possono essere “tamponati” con l’aiuto di sviluppatori esperti, ma attenzione: i bug non sono mai cortesi e si presentano in momenti nevralgici come un Black Friday o prima di Natale. Riconoscere in tempo i segnali di un replatforming obbligato può salvare decine di migliaia di euro di fatturato, oltre che la salute del tuo team. In fin dei conti:

Cambiano i linguaggi di programmazione, le tecniche di persuasione e le abitudini di acquisto. Per quale motivo condannarti a una piattaforma che rende il tuo sito uno strumento incapace di generare fatturato?

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del replatforming che ha generato:

Dal 15% al
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